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L' ORTORESSIA

Il nostro tempo è caratterizzato dall' ideale del corpo in forma, del corpo in salute. Si tratta di un ideale che eleva il corpo umano e la sua immagine al rango di un idolo. Così il corpo deve essere sempre in forma, in salute, assumere i caratteri di un dover-essere, imperativo categorico super-egoico e tirannico, e di un accanimento psico-fisico: ama il tuo corpo più di te stesso!
L' esasperazione della cura di sé che diventa la sola forma possibile della cura come tale. Quella dimensione - la dimensione della cura che sembra oggi restringersi al culto narcisistico della propria immagine. Il nuovo ideale contemporaneo del corpo. Le espressioni psicopatologiche di questa cultura si moltiplicano. Il manuale diagnostico di classificazione psichiatrica(DSM) si arricchisce in ogni edizione di nuove sindromi che sono spesso l' effetto diretto della cura eccessiva di sé. Si pensi alla cosiddetta ortoressia che etimologicamente deriva dal greco orhtos (corretto) e orexis (appetito). Si tratta di una nuova categoria psicopatologica che definisce, accanto all' anoressia, alla bulimia o all' obesità, una particolare aberrazione del comportamento alimentare caratterizzata dalla preoccupazione eccessiva per il "mangiare sano".
Una giusta attenzione a quello che si mangia viene classificato come una patologia?
L' ortoressia esibisce un tratto essenziale dei tempi moderni; il perseguimento del benessere, dell' ideale del corpo in salute, del corpo come macchina efficiente, può diventare un vero incubo, un' ossessione, può trasformarsi da rimedio a malattia. Il corpo che deve essere perennemente in forma è in realtà un corpo perennemente sotto-stress. La vita medicalizzata può diventare una vita che si difende dalla vita. Il corpo si riduce ad una macchina di cui deve essere assicurato il funzionamento più efficiente. Il medico non è più l' "esegeta" della storia del soggetto, ma il "riparatore" della macchina del corpo o del pensiero. La malattia chiede infatti una dedizione assoluta per sè stessi.
Volere il proprio bene, volersi bene, diventa il solo dogma che orienta  la vita. Ogni sacrificio di sé, ogni arretramento rispetto a questo ideale autocentrato, ogni operazione di oltrepassamento dei confini del proprio Ego, ogni movimento di dispendio etico di se stessi viene guardato con sospetto dai fedeli di questa nuova religione.
La stessa domanda rimbalza come un mantra dalla stanza dello psicoterapeuta sino negli studi dei talk show televisivi: perché non ti vuoi bene, perché non vuoi il tuo bene non è un' occasione di trasformazione, ma un semplice disturbo da eliminare il più rapidamente possibile cancellandone ogni traccia. L' ortoressia riflette l' ideologia del benessere mostrando come le attenzioni scrupolose alla protezione del proprio corpo possano trasformarsi nel loro contrario. Il rafforzamento delle procedure di protezione della vita rischia di capovolgersi nel loro contrario facendo ammalare la vita. 
Il nuovo idolo del corpo è un effetto (non certo l' unico) del declino nichilistico dei valori, del perdere valore dei valori. Il corpo perfetto sfida ogni Ideale per mostrarne tutta l' inconsistenza di fronte alla sola cosa che conta: il proprio corpo in forma come realizzazione feticistica dell' Ideale di sé. Il corpo salutista non è affatto il corpo liberato, ma è un corpo che da carceriere è divenuto carcerato. Il corpo salutista appare come un corpo che è divenuto ostaggio, prigioniero di se stesso, carcere vuoto  senza anima. Il comandamento del benessere, come accade per tutti gli imperativi che si impongono come obbligazioni sociali, come misure standard alle quali dover uniformare le nostre vite perché siano considerate "normali", rischia di scivolare verso l' integralismo fanatico del salutismo ortoressico. Soprattutto se si considera che questo comandamento punta a rigettare lo statuto finito e leso dell' uomo, la sua insufficienza fondamentale.
L' ideologia del benessere è infatti una ideologia che prova ad esorcizzare lo spettro della morte e della caducità. In questo svela il suo fondamento perverso se la perversione in psicoanalisi è il modo di rigettare la castrazione dell' esistenza, cioè il suo carattere finito. L' ideologia del benessere che alimenta la nuova ideologia ipermoderna del corpo perfetto sbatte la testa contro il muro della morte. E' questo ostacolo inaggirabile che il nostro tempo vorrebbe negare, cancellare, sopprimere e che invece ci rivela tutto il carattere di commedia che circonda il culto ipermoderno del corpo. Dobbiamo ricordarci che la cura di sé non esaurisce la dimensione della vita. La cura è innanzitutto cura dell' Altro. La virtù più nobile ma sempre più rara dell'essere umano sta, come diceva Nietzsche, nella capacità di saper tramontare al momento giusto. 



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Uno dei principi etici su cui si fonda il suo lavoro è rendere il costo della psicoterapia accessibile a tutti. Per questo motivo il costo delle sedute viene concordato in sede di colloquio tenendo conto delle possibilità di ciascuno.